A rischio l’assistenza scolastica

A rischio l’assistenza scolastica

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La giusta assistenza scolastica per gli allievi e le allieve con autismo è a rischio: lo sottolinea l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo) in una lettera inviata lo scorso 26 agosto ai massimi vertici istituzionali. Tra le altre cose nella lettera è richiesta alle Istituzioni l’emissione di una nota interpretativa indirizzata agli enti attuatori, per obbligare a inserire nei bandi la normativa specifica per le persone con autismo, affinché possano ricevere interventi educativi adeguati alle proprie specificità.

Secondo i dati ISTAT sono stati 107.000 nell’anno scolastico 2022-2023 [ISTAT, L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità Anno 2022-2023, 2 febbraio 2024, N.d.R.], quest’anno la corte degli interessati sarà assai maggiore. I Decreti di riparto dei 224 milioni del Fondo inclusione delle persone con disabilità destinati al potenziamento dei servizi di assistenza scolastica all’autonomia e alla comunicazione, non specificano infatti che devono essere disponibili educatori esperti di strategie basate sull’ABA (Applied Behavior Analysis [Analisi Applicata del Comportamento, N.d.R.]), come obbligano i LEA (Livelli essenziali di Assistenza). Gli allievi con autismo non avranno così una assistenza adeguata ma generica, dunque spesso inutile, con grande spreco di risorse pubbliche.  Vale ricordare che il totale delle risorse pubbliche impegnate da Governo, Regioni e Comuni supera abbondantemente un miliardo.

Lo denuncia ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo) che in una lettera inviata nei giorni scorsi alla Presidenza del Consiglio ed a tutti i Ministeri coinvolti chiede «l’emissione di una nota interpretativa indirizzata agli enti attuatori, per obbligare a inserire nei bandi la normativa specifica per le [persone con] disabilità mentali, [in modo] da assistere ciascuna con la propria specificità, proprio come già avviene per le persone con disabilità sensoriali, come, ad esempio, i sordi, che vengono assistiti da assistenti all’autonomia e alla comunicazione, esperti sul metodo scelto dai genitori fra quelli approvati».  È impensabile che tutti gli educatori possano essere esperti in tutte le disabilità.

Nella lettera l’ANGSA spiega che l’emissione della nota interpretativa è urgente e indispensabile in quanto da anni il Ministero riceve e non accoglie le sollecitazioni delle Associazioni come APRI (Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale): «I due Decreti di ripartizione dei fondi – è scritto nella lettera – nulla dicono sulle modalità di assegnazione degli appalti da parte di Regione ed Enti locali e ciò avrà una ricaduta su tutti questi servizi scolastici che comportano una spesa annuale per la finanza pubblica che è stata stimata in oltre un miliardo, dato che ai 224 milioni si aggiungono quattro volte tanto di finanziamenti locali, per i 68.000 AEC [Assistenti Educativi Culturali, N.d.R.] in funzione. Emerge pertanto che i servizi erogati per gli allievi con autismo, pur costando molte risorse, potranno comunque non rispondere ai dettami normativi ed in particolare non garantiranno il diritto inviolabile all’educazione, all’istruzione e alla salute».

La lettera, firmata dal presidente dell’ANGSA Nazionale Giovanni Marino, sottolinea i motivi per i quali si debbano tenere nel debito conto i contenuti della «Sentenza del Consiglio di Stato sez. III, 6 ottobre 2023, n. 8708, che oltre a stabilire che il trattamento ABA rientra a pieno titolo nei LEA, ha confermato che trattasi di prestazione sociosanitaria ad elevata integrazione sanitaria che deve essere erogata a scuola, in famiglia e in tutti gli ambienti naturali di vita della persona con autismo. Pertanto, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, devono essere formati in una strategia basata sull’ABA, perché possano concorrere alla continuità del progetto abilitativo dell’allievo, che trascorre nella scuola la maggior parte del tempo utile per l’educazione speciale». Diversamente si sprecheranno ingenti risorse, migliaia di bambini e ragazzi resteranno senza adeguata assistenza e le famiglie saranno lasciate sole. (S.L.)

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