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L'inclusione sta nelle piccole cose. Nella richiesta di un papà di un ragazzo affetto di autismo di poter rinnovare il contrassegno dei disabili da esibire nell'auto. E invece Luca, il figlio 21enne di Elio Geniola, di Senago, non avrebbe diritto ad avere questo "piccolo" aiuto. Suo figlio cammina, quindi niente pass. Lo racconta proprio il padre, in uno sfogo che racchiude tutte le difficoltà che la gestione di un ragazzo affetto da autismo comprende.
"Arrivo negli uffici della Polizia Locale di Senago con un nuovo verbale di invalidità rilasciato a mio figlio, legge 104, articolo 3, comma 3 - ci spiega Elio - Allo sportello mi riceve una signora e alla mia richiesta, quella di rinnovare il contrassegno invalidi che mio figlio ha da circa 6 anni, la signora mi dice che come da verbale mio figlio non ne ha diritto".
Il papà è rimasto di sasso
Elio Geniola è rimasto sbalordito alle parole della donna allo sportello: "Alla signora spiego che il verbale non è diverso da quello precedente, ovvero quello di 3 anni prima, e perché allora sì e oggi no?". Così ci si mette alla ricerca dei vecchi verbali: "A conferma di quanto asserivo e molto gentilmente alla signora chiedo di rintracciare i vecchi verbali, la signora ne rintraccia uno, il più recente, e dice:
'Il collega che non c'è più ha sbagliato al rilascio - ha continuato Geniola - La cosa più insensata, però, doveva ancora dirla. La signora mi dice di rivolgermi nuovamente alla commissione medica e di far cambiare la dicitura del verbale".
E questo solo per una ragione: suo figlio, Luca, cammina.
É chiaro che comunque non è una condizione sine qua non per ottenere il pass disabili.
"La persona autistica potrebbe avere delle difficoltà diverse dalla deambulazione ma ad essa correlate, ad esempio potrebbe avere una difficoltà ipersensoriale nel camminare nel traffico cittadino - ha affermato il papà - Parecchi autistici si 'tappano' le orecchie per escludere alcuni suoni che li infastidiscono, potrebbe cominciare ad urlare per coprire detti rumori, potrebbe avere delle stereotipie motorie che lo ostacolano nei movimenti, o nei casi più gravi potrebbe avere delle crisi di autolesionismo".
Una condizione che nel concreto ha dato filo da torcere alla famiglia Geniola:
"A marzo di quest'anno, eravamo in autostrada sulla Milano-Venezia, quando ci siamo fermati in una stazione di servizio. Non ho trovato posto all'entrata e questo ha particolarmente infastidito nostro figlio e da un momento all'altro è sceso dalla macchina e si è allontanato. Abbiamo aspettato un'ora buona prima che si calmasse. É chiaro che si è trattata di una situazione molto pericolosa".
Dopo questo episodio, Elio Geniola, chiede solo risposte:
"Mi sono messo in contatto con il sindaco e con il Comandante il giorno successivo ma anche lui a riguardo è stato irremovibile: rilasciando un contrassegno senza una giusta diagnosi avrebbe commesso un reato d'ufficio. Così ho inviato 4 raccomandate con ricevute di ritorno, e nello specifico indirizzate al Presidente del consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro delle disabilità, al Ministro dei trasporti. Ad oggi nessuno delle persone contattate ha avuto il buon senso di degnarmi di una risposta".