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L'eye tracking, una tecnica che consente di osservare dove si focalizza lo sguardo di una persona, può aiutare a identificare i bambini con disturbo dello spettro autistico e anticipare la diagnosi. È il risultato di una sperimentazione condotta in sei centri americani e coordinata dal Marcus Autism Center di Atlanta. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association.
«La maggior parte dei genitori di bambini con autismo riferisce di avere avuto qualche sospetto prima del secondo compleanno; ciononostante l'età media della diagnosi di autismo negli Stati Uniti è di 4-5 anni», scrivono gli autori della ricerca.
Il tracciamento dello sguardo consente di sfruttare a fini diagnostici una peculiarità delle persone con disturbi dello spettro autistico: la bassa attenzione visiva agli stimoli sociali. Nei test, che hanno coinvolto quasi 500 bambini tra i 16 e i 30 mesi, l'uso di questa strategia ha consistito di identificare correttamente circa il 70% dei bambini con disturbo dello spettro autistico. Un risultato non ancora ottimale, ma sufficiente per essere di grande aiuto ai medici, secondo Geraldine Dawson, a capo del Center for Autism and Brain Development della Duke University di Durham (Usa) e autrice di un editoriale a corredo dello studio
«Integrando molteplici fonti di informazione - tra cui il test di eye-tracking, il resoconto dei genitori e le osservazioni cliniche - l'accuratezza, il grado di certezza e l'efficienza della valutazione diagnostica dell'autismo potrebbero essere potenzialmente migliorate, con il risultato di ridurre i casi persi e consentendo a più bambini di ricevere precocemente terapie validate», scrive.